Nicola da Tolentino - Immaginette Sacre

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Nicola da Tolentino

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
TolentinoMacerata10 Settembre
Α
Altre immagini del SantoΩ
Sant'Angelo in Pontano (Macerata) 1245
B A C KTolentino (Macerata)
10 settembre 1305

Canonizzato nel 1446 da papa Eugenio IV
Martirologio Romano
A Tolentino nelle Marche, san Nicola, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che, dedito a una severa astinenza e assiduo nella preghiera, fu severo con se stesso, ma clemente con gli altri, e spesso imponeva a sé le penitenze altrui.
La Riforma liturgica ne ha rimandato la memoria ai soli calendari particolari, ma non si può dimenticare, nel giorno anniversario della sua sepoltura, un Santo che per molti secoli ha goduto in tutta Italia di una popolarità vastissima e che è ancora, sebbene meno universalmente celebrato, ricordato con vivissimo affetto dai fedeli della sua terra, le generose Marche.
Un Santo che vanta anche meriti artistici, perché la grande cappella completamente affrescata in suo onore, a Tolentino, graziosa cittadina marchigiana in provincia di Macerata, viene chiamata « gli Scrovegni delle Marche ». Infatti, come nella padovana Cappella degli Scrovegni Giotto dette un testo completo di decorazione pittorica, così a Tolentino, una quarantina di anni dopo, il pittore Giovanni Baronzio da Rimini eseguì una rappresentazione completa di testi sacri, cioè quella che veniva detta una « Bibbia per i poveri ».
Cominciò dalle vele, dove effigiò gli Evangelisti e i Dottori della Chiesa, con le Virtù Teologali e Cardinali, per scendere lungo i costoloni, adorni di figure di Santi, e rappresentando nelle lunette gli episodi della vita di Gesù, fino alla Crocifissione.
Seguono infine le scene della vita del Santo di Tolentino, che visse fedele ai dettami del Divino Maestro, e che morendo aveva detto: « Vedo il mio Signore, Gesù Cristo, sua Madre e Sant'Agostino, che mi dicono: Bravo, buono e fedele servitore ».
Questa serena fiducia in punto di morite, non era un atto di superbia, in un uomo che aveva sempre dato prova di estrema umiltà, non rispondendo neppure a chi gli chiedeva come facesse a respingere gli assalti del Tentatore. Si chiamava Nicola in onore di San Nicola di Bari, al quale i genitori avevano chiesto la grazia della sua tardiva nascita, nel 1245. Dopo una gioventù passata nello studio e nella perfetta continenza, entrò tra gli eremiti di Sant'Agostino, dandosi interamente alla preghiera e alla penitenza.
Dall'eremo di Pesaro, dove trascorse alcuni anni, giunse a Tolentino, dove restò fino alla morte. Un suo cugino l'avrebbe voluto in un monastero più comodo: Nicola, prima di accettare, pregò a lungo nella chiesa che poi avrebbe preso il suo nome. Ebbe allora la visione di venti giovani bianco vestiti, dal volto splendente, che cantavano: « A Tolentino, a Tolentino, a Tolentino sarà la tua fine. Resta qui. La tua salute è qui ».
Nicola restò a Tolentino. La sua salute consisteva ancora nella temperanza e nella carità. Severo con se stesso, accondiscendente con gli altri.
Anche malato, rifiutava i cibi delicati. Per poterlo curare, i suoi confratelli pregarono il Superiore d'imporgli la dieta per obbedienza. Nicola obbedì. Mangiò, poi disse: « Ecco, l'obbedienza è fatta. Ora non mi annoiate più con altre ghiottonerie ».
Contro di lui il Tentatore si accanì con ogni sorta di seduzioni e, infine, di persecuzioni. Il Santo le vinse tutte, con la penitenza più aspra e con la preghiera più intensa. Ripeteva col Salmista: « 0 Signore, io sono tuo servo   tu hai spezzato le mie catene.   A te immolerò una vittima di lode ».
Nell'ultimo mese della sua vita, ogni mattina udiva cantare un Angiolo. E quando morì, attorno alla sua tomba, si moltiplicarono i miracoli e, insieme con quelli, le più devote narrazioni. Quelle narrazioni che, raccolte da uno scrittore contemporaneo, formano una smagliante, anche se un po' fantasiosa, biografia. E alla biografia del Santo s'ispirò l'arte, che sul sepolcro di San Nicola intessé la sua splendida veste di colori: una veste che suscita anche oggi gioiosa ammirazione nei visitatori della chiesa di San Nicola, gemma pittorica di Tolentino e di tutte le Marche.


 
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