Francesco S.M. Bianchi - Immaginette Sacre

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Francesco S.M. Bianchi

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta


31 Gennaio
Α

Ω
Arpino 2 dicembre 1743B A C KNapoli 31 gennaio 1815
Martirologio Romano:
A Napoli, San Francesco Saverio Maria Bianchi, sacerdote dell’Ordine dei Chierici regolari di San Paolo, che, ricco di doni mistici, indusse molti a vivere con lui nella grazia del Vangelo
Canonizzato il 21 ottobre 1951, da Pio XII
Fin da ragazzo Francesco Saverio Bianchi,   ebbe nella madre un vivo esempio della più nobile carità. Giovane seminarista, incontrò a Nola Sant'Alfonso de' Liguori, grande dottore di morale e sapiente maestro di anime. Egli lo indirizzò verso la Congregazione dei Barnabiti, fondata nel 1533 dal Santo cremonese Antonio Maria Zaccaria, e così detta per aver avuto la prima sede presso la chiesa di San Barnaba, a Milano. Ordinato sacerdote, il giovane Bianchi ebbe dapprima l'incarico d'insegnare lettere e filosofia nei seminari e nei collegi religiosi. Ma la fiamma della sua carità non poteva esser contenuta entro le mura delle scuole. Ben presto, stabilitosi nella capitale, egli divenne « I'Apostolo di Napoli ». Ma in che cosa consisteva l'apostolato del sacerdote barnabita, nella città che da secoli era, o si diceva, cristiana? Francesco Saverio Bianchi si dedicò alla predicazione, all'assistenza degli infermi, all'insegnamento universitario, alla direzione del collegio dei Barnabiti, di cui era Superiore. Ma il suo apostolato si svolse soprattutto nel confessionale.

Fu così un missionario sedentario, quasi nascosto. Ma gli effetti della sua azione spirituale non furono meno mirabili né meno vasti. Nella sua cella si riversarono folle di penitenti, dai popolani agli esiliati sovrani del Piemonte. Si moltiplicarono le conversioni, i ravvedimenti, gli slanci di fervore. Nella città turbata e sconvolta dai riflessi della rivoluzione giacobina di Francia, e poi dall'occupazione napoleonica, dalla soppressione degli Ordini religiosi e dalla deportazione del Papa, il Santo confessore restò come un vivente simbolo di speranza, fiorita dalla penitenza. Le autorità lo guardavano di malocchio. Si sospettava in lui un pericoloso cospiratore, un temibile reazionario. Era invece un povero prete malato, che non si interessava del Regno borbonico, ma di quello dei Cieli. « Sta' allegro, che il Paradiso è nostro », era la sua usuale formula di congedo.

Si poteva esser Martiri confessando Dio davanti agli uomini, quanto confessando gli uomini davanti a Dio. Francesco Saverio Bianchi scelse questa seconda via: o meglio capì che questo era il compito che la Provvidenza esigeva da lui. Gli ultimi tredici anni di vita furon tormentati da una atroce infermità alle gambe. Ma egli diceva che nelle sue piaghe « c'era il dito di Dio ». Il 31 gennaio 1815, tutta la popolazione di Napoli, trattenuta da cordoni di polizia, si riversò nella sua cella. La notizia s'era sparsa in un batter d'occhio: « E’ morto il Santo di Porta Nuova! ».
 
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