Francesco Caracciolo - Immaginette Sacre

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Francesco Caracciolo

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
AgnoneCampobasso4 Giugno
Α

Ω
Villa Santa Maria 13 ottobre 1563B A C KAgnone 4 giugno 1608
Martirologio Romano
Ad Agnone in Molise, san Francesco Caracciolo, sacerdote, che, mosso da mirabile carità verso Dio e il prossimo, fondò la Congregazione dei Chierici Regolari Minori.
Canonizzato il 24 maggio 1807 da papa Pio VII.
Reliquie del Santo - Roma - Chiesa di S. Rocco all’Augusteo
Francesco portava il cognome di una delle più antiche famiglie del Regno di Napoli, quella dei Caracciolo, e ricevette, al fonte, il nome classi­cheggiante di Ascanio. Ma l'orgoglio del san­gue non gravò il cuore del giovane, il quale, educato dai genitori ad una profonda pietà, condusse vita profondamente virtuosa.

A ventidue anni Ascanio Caracciolo fu presso a morire, per una gravissima malattia, simile alla lebbra. Durante l'infermità, meditò a lungo sulla vanità delle cose umane, e la sua vocazione religiosa prese un contorno più preciso. Appena fu convalescente, fuggi da Napoli e iniziò gli studi di teologia. A ventiquattro anni venne ordinato sacerdote e per partecipare più attivamente alle opere dì carità, entrò nella Congregazione detta dei Bianchi, che si dedicava all'assistenza religiosa dei condannati a morte, e alla consolazione dei prigionieri e dei galeotti.

A questo punto, ciò che gli uomini chiamano il « caso », ma che meglio dovrebbe esser detto la Provvidenza, mutò in modo strano il corso della vita di Ascanio Caracciolo. Egli ricevé una lettera con la quale il nobile genovese Agostino Adorno e l'Abate di Santa Maria Maggiore, a Napoli, Fabrizio Caracciolo, gli chiedevano di unirsi a loro per fondare un nuovo Ordine religioso.

Il caso strano stava nel fatto che la lettera, come si seppe dopo, era indirizzata ad un altro Ascanio Caracciolo, lontano parente del giovane sacerdote. Nonostante l'equivoco, questi accettò con grande entusiasmo la proposta e i tre zelanti servi di Dio, dopo un ritiro di quaranta giorni, dettarono la Regola del nuovo Ordine, che univa la vita attiva nella carità a quella contemplativa nell'adorazione, e la sottomisero all'approvazione del Papa.

I nuovi religiosi presero il nome di Chierici Regolari Minori. Fra loro Ascanio Caracciolo mutò il proprio nome in quello di Francesco, in omaggio al Santo di Assisi. Il loro programma oltre all'assistenza dei condannati e dei carcerati, comprendeva l'educazione della gioventù e l'istituzione di romitori per chi desiderava dedicarsi ad una vita completamente contemplativa e solitaria.

Ma la caratteristica principale del nuovo Ordine fu l'Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento. Era una maniera nuova e profonda di esprimere la devozione per l'Eucarestia, devozione che distinse la pietà religiosa nella seconda metà del '500, nel periodo detto della Controriforma.

Pochi giorni fa, parlando di San Pasquale Baylon, ricordammo l'importanza di questa devozione, soprattutto in tempi di divisioni e di errori. E cavalieri dell'Eucarestia furono i più grandi Santi fioriti nel '500. Basterebbero i nomi di Carlo Borromeo, di Ignazio di Loyola e dei contadino spagnolo Pasquale Baylon.

Un posto luminoso nella storia della devozione eucaristica spetta anche a Francesco Caracciolo, e al suo Ordine dei Chierici Regolari Minori, di cui fu Generale dopo la morte di Agostino Adorno. Ancora oggi i Chierici Regolari conservano tra le loro prerogative più preziose la Perpetua adorazione del Sacramento, dalla quale traggono le energie necessarie alla loro alta e difficile missione.

Francesco Caracciolo fu detto « il Predicatore dell'Amore divino », e fu esempio a tutti di pietà e di umiltà.

Si consumò luminosamente, ad Agnone, e mori, non ancora vecchio, alla vigilia dei Corpus Domini, nell'anno 1608.
 
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