Espedito martire - Immaginette Sacre

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Espedito martire

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19 aprile
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Ω

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Nella lingua di Cicerone expeditus significa «spedito », cioè « libero », « pronto » e quindi « rapido ». Si chiamavano così, tra l'altro, i soldati armati alla leggera, per la loro rapidità d'impiego.

Il Santo di oggi si presenta dunque, nel nome, con i caratteri della rapidità. Per di più, egli sarebbe stato il capo della Legione romana detta, per la sua irruenza, « la Fulminante». La Legione Fulminante era di stanza a Melitene, in Armenia, al tempo della persecuzione di Diocleziano, durante la quale il legionario Espedito, soffrì il martirio.

E rapida fu anche la sua morte, per spada, accanto ai suoi compagni di milizie Ermogene, Caio, Aristonico, Rufo e Galata. La tradizione non aggiunge altro. Ma un Santo di nome Espedito, cioè « veloce » venne invocato per rendere più rapide le cause legali, perché la giustizia degli uomini non sempre procede con la desiderata e desiderabile rapidità. Poi furono gli scolari a pregarlo, affinché sveltisse i loro compiti. I querelanti lo implorarono affinché le azioni da loro pro- mosse giungessero rapidamente a buon fine. Perfino gli avari chiesero la sua intercessione, per accrescere alla svelta il loro gruzzolo. A Le Mans, la chiesa della Visitazione è rivestita dagli ex-voto degli studenti, con scritte di questo tono: « Sant'Espedito, ottenetemi la grazia di una pronta promozione ». O più chiaramente: « Fatemi avere il mio diploma ».

Poiché anche la morte è una specie di esame senza appello, Sant'Espedito venne invocato affinché il giudizio di quell'esame fosse rapido e favorevole, intervenendo in tal senso presso il Sommo Giudice. Poi, dato che le pene del Purgatorio consistono soprattutto in una lunga attesa della piena felicità, l'aiuto di Sant'Espedito, Santo veloce, venne considerato prezioso per accelerare le pene delle anime purganti. Ma il particolare più curioso, intorno alla singolare figura di Sant'Espedito, è quello della sua iconografia. Il Santo sollecito e che sollecita è rappresentato infatti in veste di soldato, con in mano la palma del martirio. In questo non c'è nulla di strano, dato che fu soldato e morì Martire. Ma il particolare curioso è dato da un nero corvo, che il legionario schiaccia sotto il piede. Che cosa può significare la presenza di quell'oscuro ma non malefico uccello, oppresso dal Santo veloce?

La risposta sta in due scritte, una presso il Martire, l'altra presso il corvo. « Hodie », dice la prima, cioè « oggi »: subito, ed è l'evidente motto di Sant'Espedito, cioè del Santo sollecito.

Il corvo risponde con il suo verso gracchiante, e dice « Cras ». Cras, in latino, significa « domani » ed è la risposta della pigrizia e della negligenza, di chi preferisce rimandare a domani, a un domani sempre più lontano, qualsiasi intervento, soprattutto nel bene. « Oggi », dice invece il Martire Espedito: « Oggi, non domani ». E calpesta sotto il piede il corvo simbolico, espressione della lentezza e dell'indolenza, scusa per i pavidi. non virtù dei forti.
 
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