Edmondo re - Immaginette Sacre

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Edmondo re

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta


16 Novembre
Α

Ω
Abingdon 20 Novembre 1170B A C KSoisy-Bouy 16 Novembre 1240
Martirologio Romano
Presso la cittadina di Provins in Francia, transito di sant’Edmondo Rich, vescovo di Canterbury, che, colpito dall’esilio per aver difeso la Chiesa, morì vivendo santamente tra i monaci cistercensi di Pontigny.
Nella storia dell'Inghilterra, si ricorda l'abbazia di Sant'Edmondo perché in quel monastero, nel 1215, i rappresentanti dell'aristocrazia e del clero stilarono la famosa Magna Charta libertatum, cioè il documento che costituisce il primo esempio di una monarchia costituzionale.

Con la Magna Charta, che il Re Giovanni detto Senza Terra sottoscrisse nell'isoletta di Runnymede sul Tamigi, il sovrano inglese riconosceva i diritti della nobiltà e dei clero, i cui rappresentanti limitavano e controllavano l'autorità regale per mezzo delle Camere. S'immagina facilmente, e il nome lo conferma, che Sant'Edmondo fu un Santo inglese, vissuto diversi secoli prima dello storico av­venimento svoltosi nell'Abbazia che portava il suo nome. Inglesi, del resto, sono anche gli altri due Edmondi ricordati dai calendari: Edmondo di Canterbury, Vescovo, e il Beato Edmondo Champion, martire.

Il Santo di oggi fu re, e il suo regno, nel IX secolo, era stato difficile e combattuto. Suo padre, Offa, aveva abbandonato il trono per finire i suoi giorni penitente a Roma, e l'erede era stato incoronato a soli quindici anni, nel Natale dell'854.

Era un periodo di decadenza politica e di debolezza militare per il Regno d'Inghilterra, indifeso davanti ai colpi di mano dei cosiddetti Danesi, cioè dei Vichinghi provenienti dalla Scandinavia. Questo popolo audace e combattivo, di predatori più che di conquistatori, esigeva dai principi inglesi tributi sempre più gravosi, mentre i paesi da loro colpiti e razziati si facevano sempre più poveri e più deboli.

In questa difficile situazione politica, gli storici dipingono Edmondo come sovrano retto ed equilibrato, semplice e sincero, non solo timorato, ma anche amante di Dio. Superiore perciò a molte di quelle debolezze che spesso insidiano i potenti e le loro corti, come la gelosia, l'ambizione, l'invidia e la parzialità. Fu proprio questo Re giovane e giusto, sovrano di un regno in rovina, che seppe opporsi ai soprusi degli invasori Danesi. Ma la sua opposizione ebbe come conseguenza la guerra aperta. Ivar, capo dei Vichingi, invase l'isola, mettendola a ferro e fuoco. Edmondo era valoroso nelle armi quanto era animoso nella fede, ma non riuscì a evitare la sconfitta in battaglia, nell'870, trovando la morte sul campo. Con lui finì la libertà del suo paese, che passò sotto il dominio dei Danesi.

Il Martirologio Romano dice perciò che Sant'Edmondo fu martire. Martire per la fede, e non soltanto perché caduto in battaglia, contro i pagani. Infatti una suggestiva versione della sua fine dice che il Re cristiano rifiutò di arrendersi agli invasori. Si consegnò però al nemico, volontariamente, per evitare che la ferocia dei Danesi si sfogasse sul popolo. Dopo molte torture, egli sarebbe stato così appeso a un albero, e trafitto a lungo con le frecce. Il suo cadavere, decapitato, sarebbe stato gettato nel folto di un bosco, e i cristiani inglesi avrebbero faticosamente rintracciato le sparse membra del loro Re.

Intorno a queste reliquie, non di un Sovrano sconfitto, ma di un Santo martirizzato, fiorì la devozione per Sant'Edmondo, sovrano di un regno estinto, ma che la santità rendeva partecipe di un regno senza fine.
 
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