Donato vescovo e martire - Immaginette Sacre

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Donato vescovo e martire

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
Arezzo
Arezzo
7 Agosto
Α
Altre immagini del SantoΩ
Nicomedia
B A C KArezzo 7 Agosto 363
Martirologio Romano
Ad Arezzo, san Donato, secondo vescovo di questa sede, di cui il papa san Gregorio Magno loda la virtù e l’efficacia della preghiera.
L'etrusca Arezzo era stata la patria di Mecenate, che si compiaceva di chiamarsi « ultimo discendente dei Lucumoni ». Sulle sue antiche mura fiori la civiltà romana, ma il Cristianesimo stentò a penetrarvi, vincendo le resistenze della superstizione pagana, fino a che non scese anche su di essa la grazia della santità, nella figura del Vescovo Donato.

Se si entrasse nella città che oggi festeggia il suo Patrono, basterebbe seguire il Busso dei fedeli, per essere portati, su per il Corso in pendio, dinanzi al monumento più caratteristico della città, cioè dinanzi alla Pieve romanica di Santa Maria.

Impennata sul punto più ripido del colle, la chiesa apre la sua fronte di pietra in quattro fasce di logge sovrapposte, spartite da esili colonnine. Le sta accanto un magro campanile, anche questo arioso di bifore a loggetta, che la tradizione popolare dice cento, anche se sono soltanto quaranta. Si dice anche, ed è vero, che delle moltissime colonne e capitelli della facciata e della torre, non ce ne sono due uguali l'una all'altra.

Nella cripta della Pieve romanica, in un prezioso reliquiario d'argento, son conservate le reliquie del Patrono della città.

San Donato fu davvero un dono del Cielo, perché la sua opera apostolica riuscì a trarre dalla superstizione pagana e condurli alla fede di Cristo, i cittadini di Arezzo.

Le leggende ricordano molti miracoli compiuti da San Donato per il trionfo della fede e a gloria del nome del Signore. Fra questi il più noto è quello del calice, riferito da San Gregorio Magno.

Mentre il vescovo distribuiva la Comunione ai fedeli, alcuni pagani, entrati in chiesa per spregio, con uno spintone, lo fecero cadere dai gradini dell'altare, così che un prezioso calice sacro andò in pezzi.

Grande fu la costernazione dei cristiani di Arezzo, ma le preghiere del Vescovo Donato fecero sì che il calice infranto tornasse a ricomporsi, e il miracolo confuse ed umiliò nella loro ridicola vendetta gli idolatri della città, molti dei quali si convertirono.

Pare, ma non è certo, che al tempo di Giuliano, l'Imperatore Apostata, i pagani si prendessero sul Santo Vescovo una sanguinosa rivincita, mandandolo a morte, nel 352, insieme con l'eremita Ilarino. Essi avrebbero così aggiunto alle sue molte glorie anche quella della corona di Martire. E con questo titolo è infatti festeggiato dai calendari della Chiesa e della città di cui è Patrono.
 
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