Caterina Labourè - Immaginette Sacre

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Caterina Labourè

Immagini di Sante
LocalitàProvinciaFesta
Fains Ies Moutiers

29 Novembre
Α

Ω
2 maggio 1806
B A C KParigi 31 dicembre 1876
Reliquie della Santa
La notte del 27 novembre 1830, un fanciullo vestito di bianco e fasciato di luce svegliò silenziosamente una giovane novizia, nella Casa Madre delle Figlie della Carità in Rue du Bac, a Parigi. Seguendo la sua piccola guida, la novizia attraversò il convento addormentato e giunse fino alla cappella.

Qui si raccolse in profonda preghiera, finché, alzando la testa, vide illuminarsi anche la chiesa. Di fianco all'altare, sollevata da terra, era apparsa una radiosa Signora, vestita di bianco e ammantata d'azzurro. Eretta sopra una sfera candida, aveva il capo coronato da dodici luci, simili a stelle. Sui piedi scalzi posavano due rose rosse, e sotto ai piedi si attorceva un serpente.

All'altezza del cuore, la Signora bianco‑celeste reggeva un globo raffigurante la terra. Quando questo disparve, le braccia si distesero, allargandosi attorno ai fianchi. Le dita erano ornate da preziosi anelli, e dalle gemme piovevano fasci di luce. Attorno alla figura era scritto: « 0 Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi ».

La visione era completata da una grande « M » sormontata da una croce e con sotto due cuori fiammeggianti: uno coronato di spine, l'altro trafitto di spada. Finalmente, la giovane suora udì una voce che le diceva:

« Fate coniare una medaglia secondo questo modello ».

Lo straordinario evento di Rue du Bac non restò a lungo segreto. « Fate coniare una medaglia » aveva comandato la divina Signora. Ma come poteva una povera novizia far questo? Fu il confessore, al quale ella rivelò la cosa, ad incaricarsi allora di perorare presso i superiori la causa della medaglia. Non ruppe però il segreto confessionale, e per molti anni non si seppe quale, tra le moltissime suore e novizie della Casa Madre parigina delle Vincenziane, aveva avuto lo straordinario privilegio della visione dell'Immacolata.

Diciotto mesi dopo, la medaglia veniva coniata dallo stesso Arcivescovo di Parigi. Ne vennero anzi coniate centinaia di migliaia, che oggi hanno raggiunto i milioni, diffondendosi dappertutto, e portando nel mondo, impresso su un dischetto di metallo ovale, il ricordo dell'apparizione della suora francese. E’ la « medaglia miracolosa », così detta per la sua prodigiosa origine e per le molte grazie ottenute. Naturalmente, prima di approvare la diffusione della « medaglia miracolosa », le autorità religiose sottoposero i fatti di Rue du Bac ad un rigoroso processo canonico. Ma neanche allora trapelò il nome della suora che era stata protagonista di quei fatti e depositaria di tale rivelazione.

Come nel caso delle visioni di Lourdes, il favore dell'apparizione di Rue du Bac non era toccato ad una persona eccezionale per doti intellettuali né per posizione sociale.

Caterina Labouré, detta familiarmente Zoe, era nata in campagna, nel 1806, a Fains‑Ies-Moutiers, in mezzo a dieci tra fratelli e sorelle, presto rimasti senza mamma e di cui ella fu la premurosa mammina.

Con molta difficoltà ottenne, dal padre agricoltore, il permesso di entrare tra le Figlie di San Vincenzo, seguendo l'esempio di una sorella maggiore.

Anche dopo la professione, inviata in un Istituto di periferia, ella restò la più umile e zelante delle Figlie della Carità. Il posto preferito di colei a cui era apparsa la Madonna fu nelle cucine, in lavanderia, nelle corsie degli incurabili. I lavori più pesanti erano « le sue gemme »; ma il suo tormentoso desiderio fu quello di veder diffusa la « sua » medaglia. Fu esaudita prima di spegnersi dolcemente, a settant'anni. Solo allora il suo nome corse per il mondo dietro i dischetti ovali della sua medaglia miracolosa. E presto si ebbe il riconoscimento ufficiale della sua santità.
 
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