Cassiano vescovo e martire - Immaginette Sacre

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Cassiano vescovo e martire

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
Novellara
Reggio Emilia13 Agosto
Α

Ω

B A C K
Reliquie del Santo
Martirologio Romano
A Imola in Romagna, san Cassiano, martire, che, per essersi rifiutato di adorare gli idoli, fu consegnato ai ragazzi di cui era stato maestro, perché lo torturassero a morte con i calami: in tal modo, quanto più debole era la mano, tanto più dolorosa diveniva la pena del martirio.
In questi giorni, si addensano nel calendario diversi Santi di nome Cassiano diffusissimo  come quello di Cassio  nella tarda età imperiale. Il 5 agosto è commemorato un Cassiano Vescovo di Autun, in Francia, nel IV secolo; il 7, un Beato Cassiano di Nantes, Martire a Gondar, in Etiopia, nel 1638; ieri un Cassiano Vescovo di Benevento, anch'egli del IV secolo.

Oggi, finalmente, i Santi di nome Cassiano sono due, uno di Todi, e uno, assai più celebre, di Imola. Può darsi però che questi due Santi dallo stesso nome si riducano in realtà ad uno solo, che ha acquistato fattezze diverse per essere venerato con pari affetto in due diverse città.

La leggenda di San Cassiano d'Imola valga quello che valga è assai pittoresca. Si dice che egli fosse Vescovo di Sabiona, in Germania, da dove fu cacciato dalla persecuzione. Passò allora come Vescovo a Bressanone; di qui ad Aquileia, per riparare finalmente a Roma e poi ad Imola.

Non potendo proseguire la sua missione di pastore, prese a svolgere la professione di maestro. Insegnava agli scolari a leggere e a scrivere, la grammatica e la sintassi, l'ortografia e forse addirittura la stenografia, cioè un metodo di scrittura abbreviata, molto usato fin dai tempi di Cicerone.

In mancanza di carta, gli scolari usavano tavolette di legno o d'avorio spalmato con uno strato sottile e uniforme di cera. Sulla cera, le parole venivano tracciate con un'asticciola aguzza, detta « stilo ».

Sopraggiunta dunque un'altra persecuzione, il maestro imolese venne riconosciuto come cristiano. Il supplizio escogitato per lui dal suoi persecutori fu semplice e al tempo stesso atroce. Legato nudo a una colonna, i suoi scolari furono invitati a dar prova della loro abilità, incidendo con lo stilo aguzzo, non più la tavoletta cerata, ma la pelle del loro maestro.

Per San Cassiano si trattò di un martirio doloroso e lentissimo, perché, come dice il Martirologio, « i colpi, inferti da mani troppo deboli, non facevano altro che prolungarne la morte ».

Sarebbe facile, ma non è necessario, sfrondare la storia di San Cassiano da tutte le ingenuità del racconto.

Si può credere ch'egli sia stato veramente maestro; non è però necessario immaginarlo anche Vescovo. Inoltre, non è probabile che sia stato martirizzato proprio ad Imola. Forse cadde a Roma, e anche sull'epoca della sua morte si posson fare soltanto delle congetture. Nel terzo o nel quarto secolo? Sotto la persecuzione di Decio o sotto quella di Diocleziano? Domande senza risposta e, in fondo, senza interesse. Quel che è certo, la devozione di San Cassiano fu vasta e affettuosa e il suo ricordo vivo in molte località. Passando gli Appennini, per esempio, il suo nome divenne San Casciano, e distingue ancora diversi paesi della Toscana. Ma le radici più profonde del suo culto affondarono nel suolo della Romagna.

Infatti, San Cassiano, oltre ad essere protettore dei maestri e anche degli stenografi, è stato considerato fin da tempi antichissimi Patrono della città di Imola, dove è intitolata a lui la Chiesa cattedral
 
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