Calogero di Sciacca eremita - Immaginette Sacre

Vai ai contenuti

Menu principale:

Calogero di Sciacca eremita

Immagini di Santi
LocalitàProvinciaFesta
Sciacca
Agrigento18 Giugno
Α

Ω
Calcedonia V secoloB A C KMonte Cronio 18 giugno 561
Martirologio Romano
Sul monte Gemmariaro presso Sciacca in Sicilia occidentale, san Calogero, eremita.
Il Martirologio Romano riporta questa « notizia »: « Presso Sciacca, in Sicilia, San Calogero, eremita, la cui santità si manifesta soprattutto nella liberazione degli ossessi ».

Poco o nulla la storia avrebbe da aggiungere a questa notizia su San Calogero. La storia ben inteso della sua vita; perché quella della sua devozione dopo la morte è ancora da scrivere, anzi, ancora si sta scrivendo, da parte di numerosissimi fedeli.

Sciacca, in Sicilia, è una città in provincia di Agrigento, affacciata sulla costa meridionale dell'isola. Ma non è solo in questa città, seconda e più vera patria del Santo, che è confinata la devozione per San Calogero.

Il nome di Calogero è frequente in tutta la Sicilia; anche se davanti ad un bambino cosí battezzato, un linguista potrebbe sorridere, ricordando il significato greco del nome, che vuol dire, né più né meno, " bel vecchio ".

Il calendario ricorda anche tre santi di nome Calocero (con la « c »); ma uno soltanto è il San Calogero con la « g », ed è il Santo siciliano che oggi ci interessa. Gli altri tre, i Caloceri, furono rispettivamente un Vescovo di Ravenna, un Martire di Brescia, e un Martire di Roma, insieme con San Partenio,

Abbiamo accennato all'origine greca dei nome. Anche il Santo, secondo urta ininterrotta tradizione, veniva dalla Grecia ' o meglio dall'Oriente ellenico. Anzi, diversi secoli più tardi quando l'Oriente era occupato dai Turchi, il popolo attribuì all'orientale Calogero, con curioso anacronismo, la fisionomia e soprattutto la tinta di un « moro ».

Dall'Oriente, San Calogero giunse in Italia, non come pellegrino, come si disse più tardi, nei secoli dei grandi pellegrinaggi, ma per atto di deferenza e di rispetto verso quella Chiesa di Roma, che già prima del turbinoso V secolo, nel quale egli visse, era maestra di dottrina e d'obbedienza.

Fu perciò con la benedizione del Papa che San Calogero scese verso la Sicilia e si fermò in prossimità di Sciacca. Alle spalle della città, un monte, non alto, ma ripido, si affaccia sul vasto panorama della costa e dei mare, fino all'isola di Pantelleria. Il monte si chiamava, grecamente, Kronion, ed era celebre fin dall'antichità per le « stufe » di vapori naturali, caldi e medicamentosi, che scaturivano, e ancora scaturiscono, presso la sua cima.

In questo luogo insolito, San Calogero stabilì il suo romitorío. E sul monte Kronion, presso le stufe vaporose, passò i restanti 35 anni della sua vita, in mezzo a sempre maggiori macerazioni e a sempre più larga ammirazione.

Cominciò allora, lui vivente, quell'afflusso di pellegrini e di bisognosi che ancora percorre le ripide pendici del monte Kronion, chiamato ormai Monte San Calogero, per visitare il santuario costruito sul luogo nel quale fu la celletta del Santo eremita; e magari, subito dopo, per frequentare le moderne Terme.

Anche San Calogero, del resto, ha una prerogativa ancor più prodigiosa di quella delle curative « stufe vaporose »: quella di liberare gli ossessi, continuando così, a tanti secoli dalla sua morte, la sua opera in favore dei prossimo!
 
Copyright 2017. All rights reserved.
Torna ai contenuti | Torna al menu